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Un grande museo per le navi di Pisa

di Redazione
4 Feb, 2020
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A più di vent’anni dall’eccezionale scoperta, il Museo delle navi antiche di Pisa ha finalmente aperto le porte al pubblico. Lo abbiamo visitato.

I turisti che a Pisa gravitano da sempre nella famosissima Piazza dei Miracoli, d’ora in poi avranno una nuova meta da raggiungere in città: gli Arsenali Medicei. Qui infatti ha preso forma il Museo delle navi antiche dove si possono ammirare sette delle trenta navi scoperte a partire dal 1998 quando, durante alcuni lavori sulla linea ferroviaria Roma – Genova all’altezza della stazione di Pisa – San Rossore, si individuarono frammenti di legno di grandi dimensioni che portarono all’apertura di un vasto cantiere di scavo.

In circa quindici anni di attività, in quest’area dove un canale della centuriazione pisana confluiva nel fiume Serchio (l’antico Auser), e indicata anche dallo storico Erodoto come il fulcro da cui si sviluppò la città, sono venute alla luce navi ancora attraccate e affondate in seguito a ripetute alluvioni, datate dal II secolo a.C. al VII d.C.

E assieme alle navi sono venuti alla luce resti di corpi umani e animali, e un elevatissimo numero di oggetti: circa 800 di questi sono attualmente esposti nelle sale del museo). Praticamente in quest’angolo della città è racchiusa tutta la vita fluviale cittadina per circa un millennio.


Particolare della Sala III con calco di un marinaio e il suo cane – foto di Francesco Nocito

Una sede storica

Gli Arsenali Medicei, invece, furono realizzati nei primi decenni del Cinquecento da Bernardo Buontalenti per volere di Cosimo I de Medici. Sono stati recentemente restaurati (i lavori sono iniziati nel 2013 e terminati poco prima dell’apertura del museo) e così oggi, con i loro 4700 metri quadrati di superficie, sono una location decisamente suggestiva per contenere con efficacia quei relitti enormi, ed esporre a dovere gli oggetti trovati assieme.

Una vera ‘immersione’ nella storia

La vastità degli spazi ha permesso di realizzare un percorso espositivo semplice ma al contempo molto coinvolgente, studiato nei minimi dettagli per presentare ai visitatori la storia della città dalla preistoria fino al periodo longobardo, poi in particolare i periodi storici in cui si collocano le navi ritrovate, e infine le navi e la vita in mare.

Oltre ai relitti, ai corpi, ai carichi e ai reperti di ogni genere, sono state recuperate ben 13.000 anfore. Una scoperta che vale forse quanto le navi stesse, visto che grazie alle condizioni ambientali in cui sono state recuperate (terreno fangoso e umido ma privo di ossigeno), si è conservato in molti casi parte del loro contenuto. E la sua analisi ha permesso di comprendere al meglio quali merci circolavano nei porti del Mediterraneo nell’antichità: oltre ai prodotti più classici, come per esempio granaglie, sono state trovate perfino spalle di maiale in salamoia o fichi secchi.

Insomma oggi agli Arsenali Medicei ci si sente un po’ come i veri marinai al cospetto di uno scrigno colmo di tesori.


Museo delle navi di Pisa agli Arsenali Medicei, Sala VI, Commerci, Pannello con le anfore – foto di Francesco Nocito

Le navi!

Il percorso di visita culmina nella Sala V, cuore pulsante del museo, dove è davvero difficile non emozionarsi alla vista delle navi. Altri spazi del Museo affascinano per le accattivanti idee espositive (per esempio, un’intera parete a pannelli che funge da catalogo delle anfore, o un’ancora enorme in legno che si staglia all’ingresso di una sala) ma nulla può battere la vista degli antichi relitti.

Con sapiente maestria nella cura dell’allestimento, la prima nave che appare agli occhi è il simbolo stesso del Museo: l’Alkedo (il gabbiano), un’imbarcazione da diporto di età tardo-augustea che è la nave di epoca classica meglio conservata al mondo.

Guardandola, non è difficile immaginare come doveva presentarsi quando solcava i mari, ma per spiegare meglio le sue caratteristiche ai visitatori c’è al suo fianco una ricostruzione 1:1 delle sue ipotetiche fattezze: una buona idea per aiutare a immaginare l’imponenza e la bellezza di questi vascelli.

Solo l’Alkedo varrebbe la visita del museo, ma fortuna vuole che ci siano altre navi per cui restare ammaliati, come un barcone a fondo piatto per il trasporto merci o un’oneraria dove è ancora possibile vedere parte del ponte.


Museo delle navi di Pisa agli Arsenali Medicei, Sala V, nave Alkedo – foto di Francesco Nocito

Un ottimo inizio

E’ un gran bel museo, quindi. Una meraviglia che qualche accortezza potrebbe rendere ancor più perfetto. Per esempio, colpisce la ridotta supervisione nelle sale: raramente il personale della sorveglianza si aggira a controllare il pubblico, mentre la facilità con cui è possibile toccare le navi e altri reperti suggerirebbe forse una maggiore prudenza.

Inoltre, se i pannelli espositivi sono chiari ed esaustivi, molti degli apparati interattivi, benché concettualmente interessanti, sono oramai datati con qualità foto e video ben al di sotto di quanto un museo come questo meriterebbe. E con descrizioni audio che paiono poco calzanti, troppo semplici per un adulto ma troppo complessi per un bambino. L’impressione è che siano stati concepiti per un’apertura ben precedente all’attuale, e poi non aggiornati.

Insomma, ci sono ancora margini di miglioramento. “Siamo solo agli inizi di un progetto ambizioso” ha osservato Marcella Vannozzi di Cooperativa Archeologia, che nel 2013 ha vinto la gara d’appalto per il completamento degli scavi e del restauro delle navi, e oggi ha in carico la gestione del museo. Mentre la direzione scientifica è dell’archeologo Andrea Camilli della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Pisa e Livorno, che ha diretto anche le operazioni di scavo e restauro.

CC BY 4.0


Museo delle navi di Pisa agli Arsenali Medicei, Sala IV, Nave A – foto di Francesco Nocito

Orari di apertura

Venerdì 15.30-20.30
Sab – Dom 10.30-20.30

Intero: Euro 10
Ridotto: Euro 8
Scuole: Euro 5

Museo delle navi antiche di Pisa
Pisa, Arsenali Medicei, Lungarno Ranieri Simonelli 16
Info: 050 8057880, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.www.navipisa.it

Articolo tratto da Archeostorie Magazine. su licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.