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La costruzione del corpo nella Venezia del Rinascimento. Leonardo, Michelangelo, Dürer, Giorgione

di Renate Mussini
17 Mag, 2025
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Le Gallerie dell’Accademia di Venezia ospitano la mostra Corpi moderni. La costruzione del corpo nella Venezia del Rinascimento. Leonardo, Michelangelo, Dürer, Giorgione. Un’occasione unica per analizzare il ruolo fondamentale del corpo umano nell’arte, nella scienza e nella cultura della Venezia del Rinascimento.

Curata da Guido Beltramini, Francesca Borgo e Giulio Manieri Elia, la rassegna propone un’affascinante indagine sulla concezione del corpo umano che si afferma nella Venezia del Rinascimento tra arte, scienza e cultura materiale. Corpi moderni esplora, più precisamente, il modo in cui, per la prima volta, il corpo è stato concepito quale campo d’indagine scientifica, oggetto di desiderio e mezzo di espressione di sé. Il Rinascimento segna, infatti, un punto di svolta in cui il corpo non è più solo una realtà biologica, ma una costruzione culturale, un elemento plasmato dalla scienza, dall’arte e dalle convenzioni sociali.

Leonardo Da Vinci (1452 – 1519), Studio proporzionale di corpo maschile (‘Uomo vitruviano’), 1498, punta d’argento, penna e inchiostro, inchiostro diluito su carta, 345 x 246 mm, Venezia, Gallerie dell'Accademia

La mostra raccoglie straordinarie opere d’arte, alcune delle quali presentate in Italia per la prima volta, tra disegni, dipinti e sculture provenienti dai più prestigiosi musei e collezioni internazionali e nazionali con capolavori di Leonardo da Vinci, di cui verrà esposto il celebre Uomo vitruviano , Michelangelo, Albrecht Dürer, nonché Giovanni Bellini e Giorgione, accanto a strumenti scientifici, modelli anatomici, libri, abiti, miniature e oggetti di uso quotidiano.

«Corpi moderni, come raccontano i tre curatori, è una mostra che parla di noi, attraverso la lente d’ingrandimento del Rinascimento, quando si comincia a “svelare” il corpo, portando l’indagine scientifica sotto la pelle, e insieme a “velarlo”, allontanandosi da quello che siamo come dato biologico, per fare di noi stessi una costruzione, un atto recitato».

Michelangelo Buonarroti (1475 – 1564), Studi per la Sibilla libica , 1510-11 ca., pietra rossa e tocchi di gessetto bianco su carta, 289 x 214 mm, New York, The Metropolitan Museum of Art

«L’esposizione, sottolinea, inoltre, Giulio Manieri Elia, direttore delle Gallerie dell’Accademia, viene sviluppata ponendo in relazione le eccezionali opere in prestito con alcuni dei capolavori del museo, valorizzando la collezione permanente e la tradizione figurativa e artistica veneta».

Il percorso è suddiviso in tre grandi capitoli. Il primo, intitolato “Il corpo svelato: conoscere”, approfondisce la scoperta del corpo umano come oggetto di studio scientifico e medico, che trova a Padova e Venezia due centri di rilevanza europea per la ricerca e per l’editoria. Con l’occasione torna a essere visibile al pubblico, dopo sei anni, l’Uomo vitruviano di Leonardo, tra le icone delle Gallerie dell’Accademia e dell’intero patrimonio culturale mondiale. Il celebre disegno verrà per la prima volta accostato, da una parte, a un rilievo metrologico greco antico, innescando una riflessione sul concetto di “misura” e di “ideale”, che trova origini antichissime; e, dall’altra, verrà posto in dialogo con lo spietato realismo del rinomato Autoritratto di Dürer a corpo nudo, proveniente dalla Klassik Stiftung Weimar ed esposto per la prima volta in Italia.



La seconda sezione, “Il corpo nudo: desiderare”, analizza la rappresentazione del corpo come oggetto di sguardo e di desiderio. Da una parte, il corpo nudo femminile, raffigurato, secondo l’invenzione tipica del Rinascimento e che avrà fortuna fino ai giorni nostri, dalla Venere sdraiata e adagiata sul paesaggio. Dall’altra, il corpo maschile lirico, sofferente e sublime dei santi e degli eroi biblici, ritratti all’antica. Il desiderio del corpo che assicura discendenza e futuro è messo in scena da oggetti di ambito domestico, e da splendidi ritratti di giovani spose che, nascondendo un seno, invitano a un erotismo regolato, secondo una tradizione iconografica molto diffusa in ambito veneto. Enigmatico in tal senso il meraviglioso quadro di Tiziano, Gli Amanti, dalla collezione reale inglese di Windsor, dove il gesto dell’uomo che carezza il seno scoperto dell’amante è stato solo recentemente interpretato come un atto che sancisce il legame nuziale. In mostra, anche l’unica copia conosciuta dei “Sonetti lussuriosi” di Pietro Aretino (collezione privata) e una splendida cuffia da donna in arrivo dal Metropolitan Museum of Art di New York.

Girolamo da Treviso (1498 ca. – 1544 ca.) o Monogrammista HIRT-TV (XVI sc.), Venere dormiente, 1515 ca., olio su tela, 130 x 213 cm, Roma, Galleria Borghese

La terza e ultima sezione, “Il corpo costruito: rappresentarsi”, illustra il corpo come spazio di rappresentazione culturale. Vestiti, trattati di chirurgia, accessori di cosmesi e cura del corpo testimoniano la necessità dell’uomo e della donna rinascimentali di aderire a standard e modelli sociali che si riflettessero nella loro raffigurazione, attraverso uno specifico inventario di simboli e orpelli che definivano il maschile e il femminile. Tra i vari oggetti legati alla bellezza spicca un rarissimo scrigno del XVI secolo, una sorta di contemporanea e preziosa make-up box (collezione privata), col suo contenuto di specchi, profumi e oggetti della cura di sé, in prestito dal Kunsthistorisches Museum di Vienna. Ma la rassegna indaga anche l’idea del superamento del corpo stesso, esponendo le armature e le protesi meccaniche utilizzate per la prima volta durante il Rinascimento per sostituire gli arti persi in guerra, corroborando la concezione del corpo quale campo della sperimentazione, della metamorfosi, della trasformazione. Il gesto, la mimica, l’esercizio fisico erano, del resto, finalizzati a forgiarlo, al di là del suo dato naturale.

Tiziano, Amanti, 1510, collezione reale inglese di Windsor, Londra

Corpi moderni costituisce un viaggio nel corpo della prima età moderna, esplorando temi che solo erroneamente si intendono esclusivi del nostro tempo, avvicinando così i visitatori a questioni che dominano le scienze, le arti e i miti di oggi come di allora: la natura e il futuro dell’umanità, la sessualità e la riproduzione, la bellezza e l’invecchiamento, i confini dell’umano, l’identità.


  • Dove: Gallerie dell’Accademia - Venezia
  • Quando: dal 4 Apr. al 27 Lug. 2025
  • Orario: da Mar. a Dom. 9.00-19.00; Lun. 9.00-14.00
  • Sito Ufficiale