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Alessandro Magno e l’Oriente

di Redazione
5 Giu, 2023
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La grande mostra è dedicata alla straordinaria figura di Alessandro (356 - 323 a.C.), l’eroe macedone che in poco più di dieci anni, accompagnato dai suoi fedeli compagni, divenne re dell’Asia e dell’Europa.

L’occasione è fornita dall’inizio della seconda fase di un restauro epocale, che in un anno darà nuova vita a uno dei più straordinari capolavori del MANN: il celebre Mosaico di Alessandro scoperto a Pompei nel 1831, composto da quasi 2 milioni di tessere per 18 metri quadri e pesante circa 7 tonnellate. Creato tra il II e il I secolo a.C. per la Casa del Fauno, questo monumentale pavimento raffigura l’eroe macedone e il suo esercito durante la Battaglia di Gaugamela, che gli aprì definitivamente le porte del favoloso impero persiano. Qui Alessandro è rappresentato in sella al fedele cavallo Bucefalo, con la lancia ben ferma nella mano, mentre avanza deciso contro il carro di Dario. Ha i capelli rossicci e ondulati, gli occhi grandi e scuri inclinati verso il basso, il naso forte e leggermente adunco, la bocca piccola e contratta dallo sforzo nella foga dell’azione. Pare che l’opera sia stata tratta da un sublime dipinto su tavola di Apelle, unico artista insieme allo scultore Lisippo ad aver avuto il privilegio di ritrarre il Conquistatore dal vivo. Grazie a un cantiere di restauro “trasparente”, al MANN il mosaico continuerà a essere visibile durante tutta la durata dei lavori, che termineranno a marzo 2024.

Alessandro Magno e l'Oriente I Courtesy Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Sono 170 le opere arrivate a Napoli da ogni angolo del mondo per Alessandro Magno e l’Oriente, alle quali si aggiungono i tesori del MANN, unico museo a poter sfoggiare ben tre ritratti del Macedone. L’itinerario curato da Filippo Coarelli ed Eugenio Lo Sardo inizia nel Salone della Meridiana con le effigi scolpite del condottiero, come il busto-erma del Louvre, copia romana dell’originale di Lisippo. Le opere esposte narrano i miti che circondavano la figura di Alessandro: un magico scudo ne annuncia il prodigioso destino alla madre Olimpiade, mentre un genio alato offre alla futura sposa la collana di Armonia.

Alessandro Magno e l'Oriente I Courtesy Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Imperdibile è la ricostruzione del peristilio e della stanza principale della famosa Villa di Fannius Synistor a Boscoreale, scoperta all’inizio del Novecento e rimasta un enigma fino a pochi anni fa. Lo splendido ciclo pittorico che ne ornava le pareti fu staccato, smembrato e venduto all’asta subito dopo, precludendo la possibilità di decodificarlo. Solo alcuni affreschi restarono a Napoli, compresi quelli dell’oecus, l’ambiente più importante del complesso. Studi pubblicati nel 2013 sono giunti alla conclusione che le pitture raffigurino una corte macedone e che il giovane in piedi sulla parete sinistra della sala sia proprio Alessandro, come indicherebbero lo scudo, il copricapo, il diadema e la lancia. Il giovane re domina uno stretto di mare, chiara allusione ai Dardanelli, e la punta della lancia è confitta sulla sponda opposta, quella asiatica, dove una donna seduta, in vesti orientali, guarda verso di lui. I tratti del condottiero sono molto simili a quelli rappresentati nel mosaico in restauro, che vediamo riprodotto a grandezza naturale su un grande tappeto nella ricostruzione della Casa del Fauno.

Alessandro Magno e l'Oriente I Courtesy Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

La mostra prosegue con il racconto della civiltà macedone e di quella persiana, protagoniste di un lungo conflitto, con le conquiste e le scoperte di Alessandro in Oriente, con le immagini dei suoi compagni fedeli. Si ricompone un importante gruppo scultoreo proveniente dal Santuario di Giunone a Lanuvio, oggi conservato in parte al British Museum: una testimonianza fondamentale per la ricostruzione del celebre Donario di Alessandro, realizzato da Lisippo e destinato a celebrare i 25 compagni morti nella battaglia del Granico. L’ammirazione nei confronti del condottiero da parte dei sacerdoti egiziani e la sua successiva divinizzazione, invece, è ricordata da una stele egizia proveniente dal tempio di Iside a Pompei che riporta, in geroglifico, riferimenti alle imprese macedoni.

Tante le testimonianze dell’abbraccio tra Oriente e Occidente che si realizzò nei territori del vasto impero: un Buddha arrivato dal Pakistan, per esempio, indossa la toga e presenta un'iconografia simile a quella del dio greco Apollo, mentre la statuina di una divinità indiana racconta del suo viaggio fino a Pompei. Se l'Asia fu fecondata dalla cultura ellenistica, anche Alessandro subì il fascino dell’Oriente, sposò l’uzbeka Roxane e pose la sua capitale a Babilonia: amò l’uno e l’altro continente, promuovendo, dopo la conquista, la pace e l’unione dei popoli.

Alessandro Magno e l'Oriente I Courtesy Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Nei Giardini storici del MANN installazioni vegetali create dall’architetto paesaggista Silvia Neri con lo scenografo Paolo Pariota restituiscono le suggestioni dei paesaggi conosciuti da Alessandro attraverso piante, animali e profumi: la Grecia e la Macedonia nel Giardino delle Camelie, la Persia e l’Asia Centrale nel Giardino delle Fontane, l’Egitto e l’India nel Giardino della Vanella. Altri due artisti contemporanei, Danilo Ambrosino e Antonio Massarutto, si inseriscono in questo teatro naturale con opere ispirate alla storia del Macedone. Re, filosofo, stratega e guerriero, ha conosciuto meglio di ogni altro gli usi e i costumi dei popoli e delle genti di Europa e di Asia, ha indossato gli abiti del faraone, di Zeus, di Eracle, di Dioniso, di shah di Persia, di raja di Taxila e dell’India.


  • Dove: Museo Archeologico Nazionale di Napoli
  • Quando: dal 29 Mag. al 28 Ago. 2023
  • Orario: tutti i giorni 9.00-19.30; Chiuso il Mar.
  • Prezzo: Incluso nel biglietto d'ingresso museo